Sabato, 17 Novembre 2012 21:38

Il centrosinistra fa il «sorpasso» tra i cattolici

Scritto da  Gerardo

Articolo ragionato, di Susanna Turco, apparso su "l'Unità" del 16 novembre.
Una voce documentata nel magma dei pareri (A.N.).






Il centrosinistra fa il «sorpasso» tra i cattolici
di Susanna Turco

I cattolici preferiscono Grillo a Montezemolo, vale a dire «la Salsi a Irene Tinagli», per usare le parole di Rosy Bindi; per la prima volta da un quindicennio sono pronti a votare più centrosinistra che centrodestra (36 contro 30 per cento), primo partito il Pd con il 24 per cento; non mettono i temi etici tra le priorità dell’agenda politica (sono indicati solo dal 5 per cento degli intervistati, che optano in maggioranza per crescita e lavoro); non amano gli interventi delle gerarchie ecclesiastiche nel dibattito politico italiano (sono ritenuti «corretti» solo dal 34 per cento degli intervistati); conoscono poco i ministri cattolici del governo Monti (il 72 per cento di loro non sa indicare quali siano), né particolarmente li stimano (percentuale di preferenze ottenuta da Riccardi, tre; da Ornaghi, zero); considerano inadeguata l’attuale classe politica (è il primo ostacolo al rilancio dell’Italia secondo il 44 per cento degli intervistati), ma credono assai di più in un «vero rinnovamento degli attuali partiti» (58 per cento di favorevoli) che alla «costituzione di un nuovo partito con esponenti nuovi» (33 per cento). È un quadro per certi versi sorprendente, quello che esce dal sondaggio Swg, commissionato dai cristiano sociali di Mimmo Lucà e presentato ieri a Roma.

Vezzeggiati, vagheggiati, contesi da una politica che li considera una conquista determinante per la vittoria, nell’autunno 2012 i cattolici paiono più che altro avere gli stessi orientamenti degli altri elettori italiani. Anche la percentuale di chi accarezza l’idea di astenersi tende a coincidere: 44- 41per cento, contro il 42 dell’elettorato italiano nel suo complesso. Dipenderà forse anche dalla base, larghissima, degli intervistati dall’Swg (metà degli800 interpellati sono cattolici «praticanti saltuari», vale a dire che vanno a messa «una volta l’anno»).

Comunque sia, alla vigilia dell’incontro montezemoliano «Verso la Terza repubblica» di domani a Roma, vale la pena di cominciare proprio da qui, dal bacino potenziale della lista per l’Italia. Nonostante tante riflessioni, calcoli, e nomi di peso, il grande rassemblement in via di costituzione con l’obiettivo di raccogliere il voto moderato stufo del centrodestra e non convinto del centrosinistra appare lontano assai. Almeno a guardare i dati Swg: una Lista per l’Italia che comprendesse i nomi di Montezemolo, Marcegaglia, Passera, Giannino, Fini, Casini, Riccardi, Olivero, Dellai, otterrebbe il voto dell’11,5 per cento dell’elettorato cattolico (che scende a 9,3 per cento considerando l’elettorato totale, vale a dire appena 1,7 per cento in più dei voti Udc più Fli); senza i partiti di Fini e Casini, i consensi della Lista per l’Italia scenderebbero tra i cattolici al 6 per cento (5,3 l’elettorato totale). Una miseria insomma. Cui fa da contrappeso il successo dei Cinque stelle: nel gennaio 2011 raccoglieva i consensi del 2 per cento dei cattolici praticanti (quelli che a messa ci vanno almeno una volta a settimana), adesso è schizzato al 16,5 per cento; una percentuale che sale al 18 se si aggiungono i cattolici saltuari.

Notevole è anche il grafico di spostamento dei voti dei cattolici praticanti tra il 1996 e oggi: in pratica il centrodestra ha raccolto la maggioranza dei consensi fino a due mesi fa, quando si è certificata la parità (33 per cento) col centrosinistra, e solo adesso risulta sotto di tre punti. Dopo il picco al 52,5 per cento nel 2008 (contro il 35,5 del centrosinistra), il vero crollo c’è stato nell’ultimo anno e mezzo, quando è passato dal 44 al 30 attuale (curiosamente, quello stesso 14 per cento in più che segna Grillo).

Quanto ai singoli partiti, attualmente il voto cattolico si orienta maggiormente sul Pd (24 per cento), secondo partito il Movimento cinque stelle (18), terzo il Pdl (17,5), quarta l’Udc (9 per cento, che sale al 18 se si considera la sola fetta di cattolici praticanti). Per le riflessioni sul tema delle alleanze, è da notare che, se messi di fronte all’alternativa secca tra destra e sinistra, i cattolici praticanti che si collocano politicamente tra i centristi preferiscono optare per l’alleanza Pd-Sel (48 per cento), piuttosto che per l’alleanza Pdl-Lega-Destra (36) - anche se un buon 16 per cento sceglie l’opzione «non so-nessuno dei due».

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